Parlami o Neurone del Peloso Gatto

Parlami o Neurone del Peloso Gatto

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Ho provato.
Un berretto per farlo stare al caldo.
Qualche goccia di fiori di Bach per farlo sentire a suo agio.
Ho provato anche a mettergli gli occhiali.
Ma niente. 

L’ultimo neurone ha deciso di non parlarmi questa sera.
Magari più tardi.
Accontentiamoci del gattocozza.

#Cantamiodivadelpelideachille

In fondo al tunnel

In fondo al tunnel

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Se ci vai è perché credi che possa essere la via di uscita. Nella convinzione che lasciare trasparire le sensazioni possa apparirti meno pesante da tollerare.
Trasparire perché devi traspirare. Devi depurare il fisico da veleni che rischiano di contaminare la tua indole di essere forte, determinato, sempre. La tua propensione ad essere concreto. Attòrniati di questo. Di concretezza, di fisicità così come sono o come diventeranno.
Tu sei più forte. Quel che ti accade sta semplicemente dolendo il tuo corpo.
Non certo il tuo spirito.
Di sentirti forte hai bisogno, di renderti conto che sei più forte tu. Perchè lo sei. Nient’altro.
E tutto passa.


Perché ad una certa ora impazzisce il neurone? Peggio della maionese!
#ultimoneuroneinfondoaltunnel

Vorrei un giorno a rovescio

Vorrei un giorno a rovescio

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Vorrei un giorno a rovescio. Che cominci la sera. Che la notte fosse primo pomeriggio per i fornai, che il pane appena sfornato vedesse il tramonto e non solo l’alba.
Vorrei un giorno dove si cena la mattina e si fa colazione alla sera.
Vorrei un giorno in cui le persone timide dimesse e soggiogate potessero dimostrare quanto valgono più delle persone che oggi sembrano contare o apparire. Persone che imperano comandano gestiscono e soggiogano.
Vorrei un giorno in cui l’ignoranza, l’ncompetenza, la non conoscenza, l’arroganza non avessero la meglio sulle opinioni sui gesti e sulle azioni.
Vorrei un giorno in un mondo dove a dirigere l’orchestra del nostro futuro ci fosse un sistema sano, un’ideologia pulita, decisa e lontana dai piu scafati, i più sfrontatamente dialettici, i più presuntuosi.
Che sia storia quella che viviamo e non presunzione di non vivere o rivivere il già vissuto o il fu passato o sognare di vivere quello che ancora non è nelle corde del nostro imminente futuro.
Vorrei un giorno a rovescio che duri quel tanto che basta a farci capire che qualcosa va cambiato.
Il capo della matassa, poi si trova.

Lo chiamerò Bagolo, atto primo

Lo chiamerò Bagolo, atto primo

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Ho deciso di dargli un nome.  Lo chiamerò Bagolo.
Sì sì Bagolo mi piace e rende.
Non posso che cominciare a riconoscerne la presenza visto che non se ne vuole andare.
Mi sembra di prenderlo, tra le setole della scopa mi pare di assorbirlo.
Mi pare di aspirarlo nel temibile economico similfolletto, silenzioso come stare in una fusoliera sopra i rotori..
Ma mentre passo il mocio piovra i cui tentacoli si sono ormai rattrappiti, eccolo che appare, inumidito grigio e bigio si appallottola e perde la sua leggerezza, la sua propensione a svolazzarmi davanti senza farsi prendere.
L’ho preso, ma ormai ha perso la sua eleganza. E giace sul fondo del secchio privo di vita.
E così è triste. Non mi piace.
Allora preferisco dargli un nome, evitarlo col tentacolo umido. Consentendogli di sopravvivere a questa triste e spiaccicata fine.
E mi ringrazierà ne sono certa, svolazzando in cerca di compagnia di altri bagorelli di polvere come lui. Starà in attesa del prossimo momento in cui attirerà la mia attenzione, magari facendomi starnutire.
Allora sarà di nuovo il momento di decidere le sue sorti.
#ultimoneuroneimpolveratomacontento

 

da La Saga del Bagolo

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Piccole soddisfazioni del neurone solitario

Piccole soddisfazioni del neurone solitario

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Si sa, le emozioni vengono da dentro.
Ma solo qualche volta salgono lentamente dalle anse dell’intestino. Risalgono come i salmoni, controcorrente.
Non con impeto, non sono l’emozione del primo bacio che ti aggroviglia le budella, che ti accalora con vampate ipertermiche ben note in menopausa.
No, no, è diverso, è un teporino che sale ‘tartarugando’, che non ti infiamma ma ti scalda, al punto di darti fiducia, di farti sentire un po’ meno piccola, un po’ meno ridicola, un po’ meno incapace, un po’ più voluta, un po’ più valorizzata, un po’ più compresa.
Anche se lontana da traguardi insperati che mai avrai perché non è nella tua indole, né nel tuo dna, forse così mediocre non sei e qualcuno lo crede più di quanto faccia tu stessa.

Devi ringraziare Mario questo giorno, che non hai cercato, ma che lui ha cercato te. Per farti sentire, oggi e in più occasioni, cosa sei e come sei.