Lo chiamerò Bagolo, atto primo

Lo chiamerò Bagolo, atto primo

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Ho deciso di dargli un nome.  Lo chiamerò Bagolo.
Sì sì Bagolo mi piace e rende.
Non posso che cominciare a riconoscerne la presenza visto che non se ne vuole andare.
Mi sembra di prenderlo, tra le setole della scopa mi pare di assorbirlo.
Mi pare di aspirarlo nel temibile economico similfolletto, silenzioso come stare in una fusoliera sopra i rotori..
Ma mentre passo il mocio piovra i cui tentacoli si sono ormai rattrappiti, eccolo che appare, inumidito grigio e bigio si appallottola e perde la sua leggerezza, la sua propensione a svolazzarmi davanti senza farsi prendere.
L’ho preso, ma ormai ha perso la sua eleganza. E giace sul fondo del secchio privo di vita.
E così è triste. Non mi piace.
Allora preferisco dargli un nome, evitarlo col tentacolo umido. Consentendogli di sopravvivere a questa triste e spiaccicata fine.
E mi ringrazierà ne sono certa, svolazzando in cerca di compagnia di altri bagorelli di polvere come lui. Starà in attesa del prossimo momento in cui attirerà la mia attenzione, magari facendomi starnutire.
Allora sarà di nuovo il momento di decidere le sue sorti.
#ultimoneuroneimpolveratomacontento

 

da La Saga del Bagolo

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Colorful 2 – Storie di sassi

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I sassi mi sono sempre piaciuti. Da quando ero piccolissima e giocavo con la ghiaia in giardino trasformandola in pesci, polpette, alieni e tutto ciò che mi suggeriva la mia mente piccina, ho sempre amato i sassi. E amo i colori, anche se chi mi conosce sa che mi vesto sempre monocromatica, ma lì è solo per non rischiare di fare abbinamenti assurdi di cui sarei capace e finire in trasmissioni dove ti suggeriscono di mettere dei tailleur “rosa schiapparelli” con decolletè tacco 12 con buona pace del mio alluce valgo. Dicevo… I sassi e i colori e quindi le pietre dure, il tesoro dei pirati, le pietre magiche… le cerco da sempre, le attorciglio con fili metallici per farne pendagli colorati e sberluccicanti. Sono partita timidamente con una perlina tonda di agata blu, poi ho osato sempre un po’ di più e ultimamente sono finita a fare alberi della vita diciamo non troppo discreti usando opali, fluoriti, olivine, una persino in acquamarina! Che poi gli alberi della vita hanno dei simbolismi molto forti, ma mi tengo l’argomento per un’altro post.

Un appunto: la magia delle pietre per me è un gioco, non chiedetemi poteri esoterici, uso per i chakra, influssi sulle nostre vite, non vi saprei rispondere. Quando scelgo una pietra dura da usare o da indossare è perché mi “trasmette” qualcosa nella sua forma, nel suo colore o magari nella sua composizione “chimica”, perché in quel momento mi rappresenta, quindi è magica per me. Magari posso cedere alle tentazione dei simboli a cui sono legate, un po’ come per i fiori ma non al potere soprannaturale di un essere inorganico. Strega sì, pasticciona molto, ma sempre razionale, per qualcuno anche troppo.