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Ovvero il guanto della sfida

“Perchè non mi fai un bagolo?”

Facile a dirsi: un batuffolo di lana dall’aspetto polveroso. Già la lana cardata è bagolo di sua natura, ma poi con ago e pazienza la si addomestica fino a darle forme disciplinate. Ora la sfida è disciplinare l’indisciplinabile, o meglio fingere indisciplinato ciò che in realtà è ben delineato. Un ossimoro!! Ma si sa, se non è difficile non c’è divertimento.

Ci ho pensato qualche giorno prima di iniziare, ho frugato fra i tanti colori di lana della mia stanzetta acarosa e alla fine ho trovato il bandolo. Partiamo da una palla informe!

 

Ho riunito batuffoletti di lana di tutti i colori, perché il bagolo ha un animo colorato,  li ho stretti bene bene fra di loro e li ho ricoperti di un bel grigio polvere ben infeltrito con aghi di ogni forma e misura fino a renderlo ben compatto. Ma qui viene il bello, come dargli quell’aria svolazzante tipica della lanugine che ci perseguita in casa? Difficile….

Ho inziato creando dei piccoli riccioli di lana a mo di dreadlocks, ma l’effetto era più di pecora, anche perché la lana usata è proprio naturale di quel colore…

 

Allora li ho “pettinati” un po’, riportandoli al loro primo stadio soffice. Poi è arrivato il momento degli occhi: occhi mobili o lanosi? La mia sfidante non aveva indicato preferenze, quindi alla fine ha prevalso la scelta più polverosa: lana. Un tocco di azzurro, per renderlo più fascinoso e una riga di trucco perché, diciamocelo, l’eyeliner fa sempre il suo effetto anche su una palla di lanuggine. Per concludere un paio di mustacchi per darli un’aria vissuta e quattro gambette corte corte per non farsi acchiappare dalla scopa di turno.

 

 

Una volta finito mi mancava solo di testarlo nei suoi luoghi preferiti: polveroso in mezzo ai tasti, nascosto nella libreria o insieme a simpatici amici amanti della polvere.

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