Knot bag giapponese

Knot bag giapponese

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Anche se non so cucire.

Come avrete notato in questo sito non ci sono tutorial “regolari”, ci sono più intuizioni, storie, appunti… E anche qui non è diverso. La Knot Bag è un progetto che inseguo da tempo, certa che non fosse troppo difficile da realizzare, ho deciso di cercarmi un cartamodello da seguire. Alla fino ho trovato su Pinterest un link ad un blog francese che rimandava ad un PDF scritto in inglese. Ma le lingue non sono un problema.

Qui trovate il tutorial PDF per la grab bag o knot bag con cartamodello da ritagliare

Di borse per ora ne ho fatte 2. Una seguendo alla lettera il tutorial e quindo con tanto di imbottitura e l’altra, più semplice, con solo esterno e fodera. Il progetto non è complicato, si deve solo prestare molta attenzione a cucire i lati giusti dei manici. Certo, rispetto ad una borsa furoshiki è complicatissima, ma questa è un’altra storia, anzi un altro tutorial in cui mostreremo il lato più tecnologico dei nostri pasticci.

 

 

Tutorial semplice (e tradotto)

Il sito originale dove ho trovato questo tutorial è il seguente:

Blog di Indigobird (in inglese)

Qui mi limiterò a tradurlo. Come cartamodello è possibile utilizzare quello del link PDF messo qui sopra, oppure è possibile acquistarlo online dal sito di indigobird-design

Cosa hai bisogno?

Stoffa spessa per esterno (stampata) 50cm x 60cm
Stoffa spessa per interno (tinta unita) 50cm x 60cm

Matita o gessetto
Forbici da sarta
Spilli
Macchina da Cusire
Filo coordinato con la stoffa
Ferro da stiro
Ago e filo per imbastitura (opzionale)

 

Scarica il cartamodello, stampalo e uniscilo. Piega in 2 la stoffa dritto su dritto e riporta il cartamodello su un lato rovescio, segna anche i 2 punti laterali dove terminare la cucitura, blocca il tutto con degli spilli e taglia. Fai la stessa cosa con l’altro pezzo di stoffa.

Ferma bene le 2 stoffe a coppie con gli spilli, sempre dritto su dritto.

Inizia a cucire lasciando un bordo di 5mm. Cuci il top dei manici e il fondo da punto a punto (quelli segnati precedentemente dal cartamodello) lasciando il resto aperto. Il tutorial che ho letto suggerisce di tagliare dei piccoli triangoli sulle curve.

Rovescia la stoffa tinta unita e inseriscila nel pezzo stampato ancora al rovescio. Allinea con cura i pezzi senza cuciture, gli angoli e i manici. Ferma con gli spilli lunga la linea della “scollatura” della borsa.

Cuci lasciando un margine di 5mm e fai dei piccoli tagli nelle curve. Fallo da entrambe le parti.

Rovescia la borsa passando dal manico più lungo in modo da far uscire all’esterno il lato dritto stampato. Stira tutte le cuciture.

Allinea le cuciture, gli angoli scuciti e i manici. Ferma con gli spilli  il bordo della “scollatura” della borsa. e procedi cucendo con un margine di 5mm.

 

Piega verso l’interno i bordi dei manici ancora aperti di 5mm e stira. Ferma con gli spilli i fai un’imbastitura. Cuci rasente bordo intorno ai manici per finire.

Coloriamo un sasso

Coloriamo un sasso

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Sassi mandala

Come si colora un sasso?

Occorrente:

  • un sasso levigato
  • colori acrilici
  • pennelli piatti e fini (da miniatura)
  • dotter per unghie
  • finitura lucida

Come si procede:

Dipingere i sassi è un’arte dove ognuno ha la sua tecnica e i suoi piccoli segreti ma soprattutto il suo stile. A me piace molto la tecnica dei “puntini”, quindi mi concentrerò su quella.

Innanzitutto si deve colorare la base, se si vuole fare un mandala si ha di fronte un bivio: o si colora l’intero sasso, oppure, utilizzando un pennello piatto si disegna un bel cerchio e i lascia il resto del sasso del suo colore naturale. Io, in questo caso, ho scelto la seconda opzione. Dopo aver colorato la base  in modo coprente la si lascia asciugare molto molto bene, in estate è sufficiente qualche ora, mentre in inverno io lascia asciugare anche una settimana. Ci sono dei colori più coprenti di altri, diciamo che il nero è certamente quello che rende di più, per il bianco ci vogliono molte mani prima di ottenere un buon risultato.

Iniziamo il mandala:

 

Si parte facendo un grosso puntino al centro dopodiché si procede con 8 piccoli puntini (2 serie da 4 con puntini opposti) utilizzando il dotter, in questo caso della misura più piccola. Allargandosi leggermente si procede con altri 8 puntini un po’ più grandi che si vanno a collocare su una direttrice centrale rispetto ai puntini precedenti. I dotter sono degli strumenti che vengono normalmente venduti per la nail art e si trovano facilmente su internet. Di fatto noi stiamo facendo la stessa cosa ma su una pietra anziché sulle nostre unghie.

 

 

 

 

E così si procede di cerchio in cerchio, cambiando di tanto in tanto il colore e allargando sempre più i puntini fino ad arrivare al bordo della nostra base utilizzando i dotter di dimensioni sempre più grandi.

L’ultimo giro lo si fa disegnando un cerchietto che sta metà sulla base e metà sul sasso naturale è importantissimo scegliere un colore che si veda bene da ambo le parti. i contrasti sono molto importanti in questo tipo di disegno.

 

 

 

Terminato il primo giro di pallini si deve far asciugare molto bene, è un lavoro che testerà la vostra pazienza, ma se si procede troppo in fretta si rischia di avere delle sbavature e di dover cancellare tutto e ripartire da capo.

Per dare profondità al lavoro si deve proseguire ad inserire dettagli e colori dando sfumature e contorni ai puntini già disegnati in partenza. Qui, ad esempio, ho intervallato le serie di pallini con dei puntini eseguiti con il dotter più piccolo in mio possesso. I puntini “a scalare” sono molto semplici da eseguire: usando sempre il dotter si preleva una buona quantità di colore e si eseguono i 3 o 4 puntini consecutivamente senza intingere nuovamente lo strumento.

Nemmeno a dirlo facciamo asciugare molto molto bene, una settimana abbondante per essere sicuri, dopodiché possiamo decidere se passare una finitura trasparente a protezione del nostro lavoro. ce ne sono di vari tipi, a finitura lucida, opaca, con effetto bagnato o asciutto. Io personalmente uso la vernice protettiva di “Stamperia” ad effetto lucido in cui il colore della pietra non viene alterato.

Domanda delle domande:

Sì, ma dove si trovano i sassi così? Si trovano su alcune spiagge, alcune famosissime, oppure nei letti dei fiumi dove l’acqua li ha levigati per bene regalando loro quella forme meravigliose. In luoghi come la Romagna, chiaramente, sono introvabili, ma passeggiando sulla sabbia sterminata anche lì si trova del materiale interessante… Curiosi? Dovrete aspettare fino ad agosto, fino a quando, armata di secchiello e con l’aiuto dell’apprendista strega, gironzolerò in lungo e in largo sulla spiaggia.

Polvere

Polvere

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Ovvero il guanto della sfida

“Perchè non mi fai un bagolo?”

Facile a dirsi: un batuffolo di lana dall’aspetto polveroso. Già la lana cardata è bagolo di sua natura, ma poi con ago e pazienza la si addomestica fino a darle forme disciplinate. Ora la sfida è disciplinare l’indisciplinabile, o meglio fingere indisciplinato ciò che in realtà è ben delineato. Un ossimoro!! Ma si sa, se non è difficile non c’è divertimento.

Ci ho pensato qualche giorno prima di iniziare, ho frugato fra i tanti colori di lana della mia stanzetta acarosa e alla fine ho trovato il bandolo. Partiamo da una palla informe!

 

Ho riunito batuffoletti di lana di tutti i colori, perché il bagolo ha un animo colorato,  li ho stretti bene bene fra di loro e li ho ricoperti di un bel grigio polvere ben infeltrito con aghi di ogni forma e misura fino a renderlo ben compatto. Ma qui viene il bello, come dargli quell’aria svolazzante tipica della lanugine che ci perseguita in casa? Difficile….

Ho inziato creando dei piccoli riccioli di lana a mo di dreadlocks, ma l’effetto era più di pecora, anche perché la lana usata è proprio naturale di quel colore…

 

Allora li ho “pettinati” un po’, riportandoli al loro primo stadio soffice. Poi è arrivato il momento degli occhi: occhi mobili o lanosi? La mia sfidante non aveva indicato preferenze, quindi alla fine ha prevalso la scelta più polverosa: lana. Un tocco di azzurro, per renderlo più fascinoso e una riga di trucco perché, diciamocelo, l’eyeliner fa sempre il suo effetto anche su una palla di lanuggine. Per concludere un paio di mustacchi per darli un’aria vissuta e quattro gambette corte corte per non farsi acchiappare dalla scopa di turno.

 

 

Una volta finito mi mancava solo di testarlo nei suoi luoghi preferiti: polveroso in mezzo ai tasti, nascosto nella libreria o insieme a simpatici amici amanti della polvere.

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Racchia si nasce

Racchia si nasce

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Realizziamo la ranocchia Racchia in lana cardata

Occorrente:

  • 4 scovolini per pipa (saranno la struttura delle gambe)
  • Lana cardata per l’imbottitura (va bene qualsiasi colore)
  • Lana cardata verde per la copertura
  • Lana cardata gialla per gli occhi (eventualmente anche per la corona)
  • Lana cardata nera per la bocca e le pupille
  • Lana cardata color lavanda per il fiorellino

 

tutorial di racchia la ranocchia fase 1

Realizziamo una grossa palla per il corpo e due palline più piccole per gli occhi che saranno sporgenti con la lana da imbottitura. Ricopriamo gli scovolini con il verde e infiliamoli nella palla grossa dove decidiamo di posizionare le zampe, possiamo incollarli oppure inserirli con l’ago da feltro. Io, in genere, faccio un piccolo taglio nel corpo e posiziono le 4 gambe, chiudendo poi il buco con l’ago a punta fine. Avvolgiamo gli scovolini con la lana in modo attillato, sarà più semplice e rapito poi infeltrire il tutto.

Posizioniamo anche gli occhi punzecchiandoli per attaccarli al corpo. Il risultato deve essere come l’immagine qui a lato.

 

 

tutorial di racchia la ranocchia fase 2

Ricopriamo l’intera struttura con della lana verde, avvolgendo e punzecchiando per fissare. Diamo una forma più “cicciotta” alle cosce in modo da non avere l’effetto stecchino.

 

 

 

 

tutorial di racchia la ranocchia fase 3

Una volta terminata la copertura con in verde, e una volta che abbiamo una forma generale che ci soddisfa dobbiamo pensare ai dettagli. Creiamo 2 cerchi con il giallo sui due tondi degli occhi, poi con la lana nera con cui dobbiamo creare un cordoncino infeltrendolo leggermente tra le mani, creiamo le pupille e la bocca.

 

 

 

 

Alla fine dedichiamoci agli abbellimenti, sarà Ranocchio o Rana? Una corona o un fiore? Qui ognuno di voi può scegliere come meglio crede. Io le ho messo un bel fiore dietro agli occhi realizzato con della lana rosa e un tagliabiscotti a forma di fiorellino che ho utilizzato come “stampo”.

Ed ecco terminata in tutto il suo splendore Racchia la ranocchia: è inutile baciarla, più bella di così non può diventare!!!

tutorial di racchia la ranocchia : rana terminata

 

Abbiamo le mani pulite

Abbiamo le mani pulite

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Abbiamo le mani pulite. Pulite e profumate. E pure lisce. Non potrebbe essere altrimenti, visto che ultimamente ho preparato 12 saponette ricoperte di lana.

L’occorrente per preparare queste meraviglie è:

  • Saponetta, meglio se artigianale e profumata
  • Lana in tops
  • Facoltativo: fibre di lana, canapa o altro
  • un pezzetto di retina tipo tulle sintetico al 100%

Il procedimento è molto semplice: si prende uno strato sottilissimo di tops di lana e si avvolge la saponetta in modo compatto, con un altro strato si avvolge nuovamente in una direzione diversa, incrociando e direzioni delle fibre. Continuare finché non si è ricoperta tutta la saponetta. Attenzione a non lasciare pezzi di saponetta a vista, altrimenti il lavoro non viene bene. Al termine si può decorare con fibre naturali differenti come la seta, il lino, la canapa o quel che più vi piace. Quando siete soddisfatti del risultato avvolgete in modo attillato la retina intorno alla saponetta e poi via nell’acqua prima fredda e poi bollente in modo alternato strofinando sempre energicamente. Dopo qualche minuto, quando notate che la lana diventa più compatta, togliete la retina e continuate ad alternare acqua fredda e calda finché la lana non si è completamente infeltrita.

Lasciate asciugare.

Queste saponette sono da utilizzare così, con il loro caldo involucro. Possono profumare un cassetto, ma io le trovo utilissime per la pulizia personale e degli oggetti: grattando un po’ sono degli ottimi esfolianti per le mani e per il corpo. Io, personalmente, non le userei per il viso, trovo che la lana sia un materiale troppo aggressivo. Ma poi ognuno di noi può farne l’uso che preferisce. Perché porre limiti alla fantasia?