E luce fu

E luce fu

Qualche tempo fa mi sono imbattuta in questo software per la produzione di litofanie chiamato LithophanMaker. Immediatamente ho pensato che alcuni paesaggi a cui sono affezionata sarebbero stati perfetti per illuminare i due lati del mio lettone. E così, dopo diversi tentativi sono riuscita a realizzare una lampada camoglina e una friulana. Ogni volta che le accendo me ne innamoro e, devo essere sincera, sono veramente soddisfatta del risultato. Voi cosa dite?

L’occhio di tigre

L’occhio di tigre

[siteorigin_widget class=”SiteOrigin_Widget_Image_Widget”][/siteorigin_widget]

SiO2

…Ovvero quanzo, ovvero silicio. L’occhio di tigre è una delle numerosissime varietà di quarzo della grande famiglia dei silicati che sono i minerali in assoluto più numerosi sulla crosta e nel mantello terrestre.  in questo caso combinato con della crocidolite che ha la caratteristica di essere aghiforme e orientata tutta nella stessa direzione (isoorientata) e che gli conferisce quelle caratteristiche striature che ricordano gli occhi del grande felino.

Il colore va dal giallo al marrone e al bruno, colori caldi, colori della terra e del fuoco.

Come tutti i quarzi anche questa pietra è composta da silicio e ossigeno i cui gruppi di silicati sono disposti a spirale detti tettosilicati.

L’occhio di tigre è utilizzato come gemma ornamentale e sempre nella cristalloterapia.

Per quanto riguarda il chakra l’occhio di tigre è una pietra che aiuta a essere più attivi,  mente e corpo, e la sua azione principale è a livello del chakra sacrale. Va indossata come bracciale o anello in modo che stia il più vicino possibile all’ombelico e non come collana.

Nota finale: si dice che questa pietra sia portatrice di soldi e aiuti a non rimanerne senza. Quasi quasi me ne metto una perlina nel portafogli, non si sa mai…

Coloriamo un sasso

Coloriamo un sasso

[siteorigin_widget class=”SiteOrigin_Widget_Image_Widget”][/siteorigin_widget]

Sassi mandala

Come si colora un sasso?

Occorrente:

  • un sasso levigato
  • colori acrilici
  • pennelli piatti e fini (da miniatura)
  • dotter per unghie
  • finitura lucida

Come si procede:

Dipingere i sassi è un’arte dove ognuno ha la sua tecnica e i suoi piccoli segreti ma soprattutto il suo stile. A me piace molto la tecnica dei “puntini”, quindi mi concentrerò su quella.

Innanzitutto si deve colorare la base, se si vuole fare un mandala si ha di fronte un bivio: o si colora l’intero sasso, oppure, utilizzando un pennello piatto si disegna un bel cerchio e i lascia il resto del sasso del suo colore naturale. Io, in questo caso, ho scelto la seconda opzione. Dopo aver colorato la base  in modo coprente la si lascia asciugare molto molto bene, in estate è sufficiente qualche ora, mentre in inverno io lascia asciugare anche una settimana. Ci sono dei colori più coprenti di altri, diciamo che il nero è certamente quello che rende di più, per il bianco ci vogliono molte mani prima di ottenere un buon risultato.

Iniziamo il mandala:

 

Si parte facendo un grosso puntino al centro dopodiché si procede con 8 piccoli puntini (2 serie da 4 con puntini opposti) utilizzando il dotter, in questo caso della misura più piccola. Allargandosi leggermente si procede con altri 8 puntini un po’ più grandi che si vanno a collocare su una direttrice centrale rispetto ai puntini precedenti. I dotter sono degli strumenti che vengono normalmente venduti per la nail art e si trovano facilmente su internet. Di fatto noi stiamo facendo la stessa cosa ma su una pietra anziché sulle nostre unghie.

 

 

 

 

E così si procede di cerchio in cerchio, cambiando di tanto in tanto il colore e allargando sempre più i puntini fino ad arrivare al bordo della nostra base utilizzando i dotter di dimensioni sempre più grandi.

L’ultimo giro lo si fa disegnando un cerchietto che sta metà sulla base e metà sul sasso naturale è importantissimo scegliere un colore che si veda bene da ambo le parti. i contrasti sono molto importanti in questo tipo di disegno.

 

 

 

Terminato il primo giro di pallini si deve far asciugare molto bene, è un lavoro che testerà la vostra pazienza, ma se si procede troppo in fretta si rischia di avere delle sbavature e di dover cancellare tutto e ripartire da capo.

Per dare profondità al lavoro si deve proseguire ad inserire dettagli e colori dando sfumature e contorni ai puntini già disegnati in partenza. Qui, ad esempio, ho intervallato le serie di pallini con dei puntini eseguiti con il dotter più piccolo in mio possesso. I puntini “a scalare” sono molto semplici da eseguire: usando sempre il dotter si preleva una buona quantità di colore e si eseguono i 3 o 4 puntini consecutivamente senza intingere nuovamente lo strumento.

Nemmeno a dirlo facciamo asciugare molto molto bene, una settimana abbondante per essere sicuri, dopodiché possiamo decidere se passare una finitura trasparente a protezione del nostro lavoro. ce ne sono di vari tipi, a finitura lucida, opaca, con effetto bagnato o asciutto. Io personalmente uso la vernice protettiva di “Stamperia” ad effetto lucido in cui il colore della pietra non viene alterato.

Domanda delle domande:

Sì, ma dove si trovano i sassi così? Si trovano su alcune spiagge, alcune famosissime, oppure nei letti dei fiumi dove l’acqua li ha levigati per bene regalando loro quella forme meravigliose. In luoghi come la Romagna, chiaramente, sono introvabili, ma passeggiando sulla sabbia sterminata anche lì si trova del materiale interessante… Curiosi? Dovrete aspettare fino ad agosto, fino a quando, armata di secchiello e con l’aiuto dell’apprendista strega, gironzolerò in lungo e in largo sulla spiaggia.

Tentazioni

Tentazioni

[siteorigin_widget class=”SiteOrigin_Widget_Image_Widget”][/siteorigin_widget]

Estate 2018

L’estate è appena iniziata e non vedevo l’ora di poggiare i miei bei piedoni su una calda spiaggia. Però, ditemi voi, come si fa a rimanere indifferenti a una spiaggia così? Non sarà proprio comodissimo camminarci, non parliamo di stendere una salvietta per prendere il sole, lo spazio è ristretto. Però… tutti questi ciottoli sono una tentazione infinita. Meraviglia!!!

#spiaggesassose

La fluorite

La fluorite

[siteorigin_widget class=”SiteOrigin_Widget_Image_Widget”][/siteorigin_widget]

CaF2

Premettendo che non sono né un chimico né un gemmologo scelgo come prima pietra di cui parlare la fluorite. La scelgo perché i suoi colori e le sue trasparenze mi affascinano, del resto affascina l’uomo già dai tempi degli antichi egizi che già la utilizzavano per la costruzione di statuette sacre.

La fluorite si presenta come un minerale cristallino dalle svariate sfumature che vanno dal verde al blu, viola, giallo, nero… un arcobaleno, insomma.

Questo minerale appartiene alla classe degli alogenuri, composti formati dall’unione degli alogeni con i metalli. Il fenomeno della fluorescenza prende il nome proprio da questa meravigliosa pietra. In natura si trova in cristalli cubici e ottaedrici anche di grandi dimensioni. La pietra non è particolarmente preziosa ed è diffusa in tutto il mondo. Viene utilizzata per svariati motivi, come materia prima per il vetro, come fondente per la produzione di metalli ad esempio l’alluminio, come materia prima per ottenere l’acido fluoridrico (da cui deriva il fluoro) e non ultimo, data la sua bellezza, per la costruzione di gioielli e oggetti ornamentali. Viene usata naturalmente anche nella cristalloterapia e  nel chakra (terzo occhio o 6° chakra per chi se ne intende), ma qui già mi ero espressa sulle mie perplessità e qualora foste curiosi di questi argomenti vi posso consigliare ottimi siti, ma non questo.

Simbolicamente è la pietra legata all’intuizione e alla concentrazione, la pietra preferita dai neuroni, insomma.

[siteorigin_widget class=”SiteOrigin_Widget_Image_Widget”][/siteorigin_widget]
Eccetera eccetera

Eccetera eccetera

[siteorigin_widget class=”SiteOrigin_Widget_Image_Widget”][/siteorigin_widget]

ovvero puntini puntini puntini

Come già si è capito i sassi mi piacciono molto, però grigi mi mettono un po’ tristezza. Come fare allora? Coloriamoli! Premetto che dipingere non è il mio forte, il massimo a cui arrivo sono gli omini stilizzati e già con quelli ho delle serie difficoltà. Ma visto che sono una pasticcia una soluzione la dovevo pur trovare. Alla mia maniera. E allora puntini e puntini a più non posso, come dei mandala. Vi lascio immaginare che i primi tentativi erano inguardabili, ma alla fine lo scopo era di puro rilassamento, quindi ero interessata al viaggio più della meta.

Piano piano sto acquistando più fiducia (e più attrezzi) e i risultati stanno migliorando, si arricchiscono di varianti, forme e sfumature. Direi che sono molto soddisfatta del mio percorso e anche gli acrilici comprati tanti anni fa e chiusi in un cassetto senza scopo ora hanno una ragione di esistere. E poi i puntini sono contagiosi, come ci insegna la varicella, quindi anche il resto della famiglia ha iniziato a dipingere (parolone) i sassi. Naturalmente per me i loro sono molto più belli dei miei, il cuore di mamma è sempre grande.

[siteorigin_widget class=”SiteOrigin_Widget_Slider_Widget”][/siteorigin_widget]