Vacanze al 100% elettriche. Day Zero

Vacanze al 100% elettriche. Day Zero

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#DaynumberZero.

Comincia oggi la mia nuova avventura alla guida di un’auto elettrica.
No ibrida, no gas.  Elettrica al 100 %.
Se fosse ronzata una mosca attorno oggi, con le sue migliaia di ommatidi, avrebbe osservato una bambina emozionata, agitata alla sua prima volta e ansiosa (ma quello lo sono sempre) ascoltare con attenzione le istruzioni di Pasquale
Un salto. Da guida con cambio manuale, volante da camion e accensione a manovella al cambio automatico e alimentazione elettrica.
Una bimba stagionata col giochino nuovo. ????????????

Da oggi per una ventina di giorni potrò provare questo nuovo modo di viaggiare.
Don’t worry Carolina ???? sto solo provando.
Grazie Pasquale e grazie Style Car per questa opportunità.
Nel frattempo… mi preparo.

da #goelectric

Vacanze al 100% elettriche. Day Zero

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AAA Amico cercasi

AAA Amico cercasi

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Storie di #ultimineuroni

Questa volta la storia la scrivo io: l’Ale. Non sarà appassionante come quelle della Mario, ma vedrò di impegnarmi al massimo.

C’era una volta un povero neurone solo e abbandonato che vagava senza una meta precisa per borghi e strade impolverate alla ricerca di un compagno d’avventura o un amico magari un po’ triste e solitario come lui. Ma il neurone, si sa, è intelligente per natura e cominciò a fare ricerche. Iniziò dalle biblioteche perché il profumo di libri polverosi ha sempre il suo fascino, ma  a parte gli acari della polvere non trovò nulla che potesse aiutarlo. Passò ai giornali sperando di trovare tra le pagine di gossip qualche storia di neurone abbandonato, ma niente, in queste riviste trovava solo tante notizie di cervelli vuoti… Cercò sul Grande Motore di Ricerca Che Tutto Sa ma il sito delle streghe pasticce non era ancora stato preso in considerazione dai potentissimi algoritmi per cui trovo solo molti articoli sul funzionamento delle cellule del tessuto nervoso che del resto già sapeva. Alla fine decise di modernizzarsi un po’ e passò ai social network e fu così che tra i post di amici degli amici degli amici lo trovò:  l’#ultimoneurone, se ne stava lì: spesso solo, stanco e confuso  proprio come lui. Finalmente!!! Finalmente aveva trovato a sua anima gemella!!! Con un buon passo e carico di sinapsi se ne partì per Tavernello. Il viaggio fu lungo e pieno di peripezie, del resto i neuroni sono bravi a viaggiare di fantasia ma non certo a prendere i treni. Comunque alla fine ce la fece: il 10 luglio 2018 pieno di speranze e palpitazioni suonò al citofono. DLING DLONG.

La storia continua….

Ti accompagno in camera, pulisco domani

Ti accompagno in camera, pulisco domani

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Il bagolo, atto terzo. Il bagolo così non si era mai visto.
È vestito a festa oggi. Tutto impettito.
Mi sa che si dirige sotto il letto dove c’è un festino in corso.
Sono in tanti, tantissimi. Svolazzanti in abiti leggeri, stanno volteggiando in pas de deux irripetibili, sospinti da una leggera breva che scende dal Malcanton.

Come si fa ad aspirare il bagolo che ti guarda in questo modo?
Cucciolo, ti accompagno in camera. Pulisco domani.
Si ringrazia vivamente l’Ale per aver dato sembianze umane al bagolo.

da La Saga del Bagolo

Ma dove sei?

[siteorigin_widget class="SiteOrigin_Widget_Image_Widget"][/siteorigin_widget] In principio è ovvio, ti sei nascosto per non farti travolgere dal mocio piovra. In un momento di ...
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bagolo

Ti accompagno in camera, pulisco domani

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Polvere

[siteorigin_widget class="SiteOrigin_Widget_Image_Widget"][/siteorigin_widget]Ovvero il guanto della sfida "Perchè non mi fai un bagolo?" Facile a dirsi: un batuffolo di lana dall'aspetto ...
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bagolo a zonzo

Bagoli on the road, atto secondo

[siteorigin_widget class="SiteOrigin_Widget_Image_Widget"][/siteorigin_widget] Sabato. Ne ho incontrati tanti di bagoli oggi sul mio cammino. Giganteschi, dalla forma affusolata, striscianti in abito ...
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Bagolo

Lo chiamerò Bagolo, atto primo

[siteorigin_widget class="SiteOrigin_Widget_Image_Widget"][/siteorigin_widget] Ho deciso di dargli un nome.  Lo chiamerò Bagolo. Sì sì Bagolo mi piace e rende. Non posso ...
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Bagoli on the road, atto secondo

Bagoli on the road, atto secondo

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Sabato.
Ne ho incontrati tanti di bagoli oggi sul mio cammino. Giganteschi, dalla forma affusolata, striscianti in abito chiaro appena usciti, scuri in volto, accigliati, grassi e tondi e altri ancora, sino ai neonati informi appena percettibili.
Ma cos’è il bagolo?  Ve ne ho già parlato: è quel simpatico essere animato che vediamo ogni giorno svolazzarci davanti, lo vediamo nascondersi in un angolino, un esserino informe che Sua Maestà la Polvere produce in quantità industriali, almeno a casa mia.
Non so voi ma personalmente, non essendo particolarmente affetta da fobia del pelo di tappeto spettinato, ma ogni tanto colpita dalla sindrome della casalinga isterica, ricado ciclicamente a doverne fare incetta per evitare di soffocarci dentro.
Oggi è giornata dedicata.
Ecco allora che ho aspirato miriadi di bagoli, bagoloni e bagolini, spiaccicato col mocio altrettanto loro simili …
Spero solo di non venire denunciata alla associazione nazionale per la salvaguardia del bagolo. Sia mai che diventi a rischio di estinzione.

 

da La Saga del Bagolo

Ma dove sei?

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Quando la ranocchia Racchia passa per la cruna dell’ago

Quando la ranocchia Racchia passa per la cruna dell’ago

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Parafrasi della creazione della Rana cardata Racchia

So che l’Ale saprà comprendere senza arrabbiarsi questo ironico racconto sulla ranocchia Racchia. Ma è davvero troppo simpatica e carina per non raccontare una storia, la fantomatica storia della sua creazione se l’avesse fatta La Mario con le sue manine, manine si fa per dire.

È complessa da spiegare ma ci provo. La  mia ranocchia altro non è che il risultato della restituzione fisica di un esperimento a cavallo tra il materico e l’esoterico.
Parto con l’avanzo di un giornale appallottolato bene bene, ancor meglio se trattasi di stralcio di un articolo giornalistico mal digerito o di un foglio stampato di un F24 pagato o da pagare.

Vuoi mettere la goduria nel farlo diventare una pallottolina?

Gli aggiungo poi due piccole tette o palle o palline verosimilmente a forma testicolare e comincio a lavorarci intorno con lana cardata e punzecchio e punzecchio con l’aghetto storto.
Proseguo  alla ricerca delle zampette.
Dopo le prime peripezie tra cottonfioc e filamenti di rame, tra spazzadenti e cannucce, ecco che appare all’orizzonte un rimasuglio di scovolino per pipe a rimembrare i bei tempi del calumet della pace o del narghilè della fame chimica.
Prendono forma quattro zampette che rimpolpo con lana cardata e infeltrisco per inciccirle e disperatamente cerco di fissarle alla precedente palla con tette cardata.
Un’impresa titanica. Ancora non ho capito come magicamente gambe dal calibro di un boa con sezione aurea di un elefante possano essere passate per la cruna di un ago.
Ma con un ago stile voodoo passatomi dall’Ale ottengo un fusto informe dalle animalesche sembianze prossime a quelle di un rospo. A testimoniare la specie gli occhi giganti che definitivamente qualificano la siddetta creazione in una ranocchia, al limite del feticcio da porre sotto il materasso dell’odiata suocera.

Non si poteva chiamare che Racchia. Vi evitiamo lo strazio della creazione di Racchio, omonimo di sesso dubbio.


In ogni modo consiglio di seguire le indicazioni dell’Ale, certamente più corrette.

Tavernello-Pechino e ritorno

Tavernello-Pechino e ritorno

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Corre in pigiama per le strade di Pechino l’ultimo neurone.

Ma che ci fa lì? Eh niente, per capire occorre fare un passo indietro, di qualche ora.
Lemme lemme alle 7 e 19 di questa mattina l’ultimo neurone è sceso dal letto con tutte le buone intenzioni di essere educato oggi, rispettoso e attento. Silente soprattutto.
Ma proprio non ce l’ha fatta. Si è sentito in dovere di esprimere il proprio dissenso in una discussione accesa tra neuroni parassiti, neuroni appassiti e neuroni depressi.
Non entriamo nel dettaglio delle argomentazioni sostenute, sono irrilevanti al fine di comprenderne il senso. Sta di fatto che, verso sera, quando il neurone Gigio, grigio e bigio, si sta accingendo a pigiamizzare, giunge d’improvviso una chiamata cerebrale. In un lampo viene investito da un’ondata di neuroni imbizzarriti che per far valere le ragioni adotta sistemi ormai in disuso, ma qualche volta ancora socialmente utili, e con un calcio nel deretano immaginario spedisce Gigio in alto e lontano lontano, fino alla cinquantaduesima torre della Grande Muraglia.
E si sa, da lì a Pechino il passo è breve, si fa per dire.